Vai alla scoperta dell'Umbria

Magica e suggestiva
La via di Francesco
Il percorso si sviluppa tra le salite e le discese dell’Appennino, che vanno affrontate sempre con passo calmo e regolare. La fatica è parte del cammino, ma la possibilità di ridurre le tappe offre a tutti la possibilità di adeguare la marcia alle proprie esigenze.
Le prime due tappe del cammino sono di montagna, si affrontano salite impegnative sui monti dell’Appennino per raggiungere l’eremo di Montecasale e la città di Sansepolcro. Il cammino consente di avvicinare i luoghi dove Francesco passò e pregò nel corso delle sue peregrinazioni: Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio, Valfabbrica.
Lungo la Via tutto parla di Francesco e del suo messaggio di amore per tutte le creature. Gli eremi, le abbazie, i paesi e le città conservano i tanti tesori dell’arte e della storia, che celebrano il genio d’Italia, della quale San Francesco è Patrono.

L’oro dell’Umbria, lo zafferano
Lo zafferano, Crocus Sativus, originario dell’Asia Minore, fu impiegato fin dall’antichità per uso tintorio, farmacologico, cosmetico e gastronomico. A diffonderlo in Occidente furono gli Arabi. La parola deriva dal persiano sahafaran, da asfar, giallo, passato nell’arabo za’faran e quindi nello spagnolo azafran.
Le sue proprietà erano note agli Egizi e nella Bibbia viene nominato nel Cantico dei Cantici. Omero lo cita nell’Iliade tra i fiori del letto di nuvole di Zeus. Il medico greco Ippocrate loda le sue facoltà farmacologiche. Il collega Galeno addirittura lo prescrive per tutti i mali. Conosciuto anche in India, viene ancora usato dai monaci buddisti per tingere le vesti.
In Italia, e soprattutto nelle regioni dell’Italia centrale, viene coltivata da secoli. Si tratta di una delle lavorazioni più preziose dell’Umbria che coinvolgono i territori di Città della Pieve, Cascia, Gubbio e Spoleto.
La produzione di zafferano a Città della Pieve affonda le sue origini nel XIII secolo: tra le più antiche testimonianze quella del 1279, nello Statuto di Perugia dove si vietava nell’intero contado e a Città della Pieve la semina della pianta da parte di forestieri. La sua preziosità era legata alla tintura dei tessuti pregiati. Oggi il consorzio Il croco di Pietro Perugino – Zafferano di Città della Pieve è costituito da 30 soci produttori di zafferano che viene commercializzato esclusivamente in fili per garantire la sua autenticità.
A Cascia, dopo una grande diffusione dal 1200 al 1500 anche per le sue proprietà terapeutiche, la produzione dello zafferano è stata reintrodotta nel 1999. Nel 2003 è nata l’Associazione dello Zafferano di Cascia – Zafferano purissimo dell’Umbria, a cui aderiscono circa ventitré produttori e che coinvolge tutto il territorio della Valnerina. Ogni anno viene fissato il prezzo minimo del prodotto il 25 novembre, in occasione della festa di Santa Caterina di Alessandria, seguendo un’antica tradizione medievale. A fine ottobre, non perdete l’occasione di visitare la Mostra Mercato dello Zafferano di Cascia.


I sentieri delle Marmore
Antico passaggio è un percorso impegnativo, lungo poco meno di un chilometro con un dislivello di 150 metri, ed è l’unico che porta nella parte superiore delle cascate delle Marmore. È possibile imboccarlo sia dal Belvedere Inferiore che dal Belvedere Superiore. Lungo il percorso si possono ammirare le grotte naturali e percorrere un tunnel che conduce al Balcone degli Innamorati, proprio sotto il primo salto della Cascata.
Al limite del Belvedere Superiore si trova la Specola, una piccola torre panoramica fatta erigere nel 1781 da Papa Pio VI. Da qui è possibile osservare l’arcobaleno delle Marmore, fenomeno visibile quando si creano particolari condizioni atmosferiche legate alla presenza di vapore acqueo.
L’incontro delle acque è un altro percorso con un basso grado di difficoltà ma davvero incantevole, 150 metri di lunghezza per un dislivello di 15 metri e un tempo di percorrenza di 20 minuti. Questo sentiero conduce nella parte bassa della cascata fino a raggiungere il letto del fiume Nera. In questa zona, per la pressione con cui l’acqua precipita sui gradoni intermedi, si forma un aerosol che crea un habitat particolarmente ricco di vegetazione.
La maestosità, conosciuto anche come il sentiero di Pennarossa, è il percorso turistico per eccellenza; la maggior parte delle foto del luogo, sono state scattate dal belvedere lungo questo sentiero. Un grado di difficoltà media per una lunghezza di 500 metri.

